Considerazioni Su Dio E L’Uomo

Considerazioni Su Dio E L’Uomo

L’idea invece che lo sputo sia salutare per guarire dalle malattie affiora persino nel Nuovo Testamento, come per esempio nel passo di Marco 8,23 dove Gesù pone la saliva sugli occhi del cieco di Betsàida per ridargli la vista. Testo sacro del mazdeismo — Il vegetarianesimo orfico significava perciò il rifiuto del sacrificio cruento e della situazione da esso sottintesa: come gli dei, gli orfici non mangiavano carne per rivendicare a sé una natura simile alla divina; rifiutando la carne, rifiutavano il “mondano” in vista di una salvezza sovramondana. Tuttavia, porre in relazione la sessualità all’idea di sacro, crea oggi uno scomodo paradosso per molte persone. Per tale motivo gli orfici rifiutavano il sacrificio cruento prescritto dalla tradizione greca ma offrivano agli dei solo vegetali. Anche dal Satyricon di Petronio, scritto sotto il principato di Nerone e quindi risalente agli anni Sessanta del I secolo, emergono riferimenti a quanto fosse familiare l’astrologia ai cittadini dell’Urbe e dell’Impero: «Dalla volta del soffitto pendeva una lucerna a due becchi che recava anch’essa la stessa iscrizione e, fissate ad entrambi gli stipiti della porta, vi erano due tavolette delle quali l’una, se ben ricordo, portava l’iscrizione seguente: «il 30 ed il 31 dicembre il nostro Gaio cena fuori casa», mentre sull’altra erano disegnati il corso della luna ed i sette pianeti; borchie differenti contrassegnavano i giorni fasti e quelli nefasti» (21) e non si risparmia una sardonica parodia degli stereotipi legati ai segni zodiacali, nella celebre sequenza di portate gastronomiche che a questi fanno riferimento (libro XXX). C., dalla metopa del tesoro delfico dei Sicioni alla ceramica attica, Orfeo appare con la veste lunga del citaredo o con chitone alle ginocchia, mentre suona alla presenza degli Argonauti, di animali o dei Traci estatici. Diverse versioni narrano della sua morte; secondo una delle più comuni, sarebbe stato ucciso e fatto a pezzi dalle donne tracie; secondo un’altra variante, sarebbe stato fulminato da Zeus per aver svelato i segreti degli dei. Per esso mi rifarò subito all’autorità di San Giovanni della Croce che, da vero maestro, asserisce: l’esperienza mistica è una “conoscenza amorosa” (“la contemplacion es ciencia de amor” “es notizia infusa de Dios amorosa”), infusa da Dio, che nello stesso tempo illumina l’anima e l’infiamma d’amore. La prima è quando l’anima sente vicino Dio, la seconda quando non lo sente. Gli dei inferi, ammaliati dal suo canto, gli permettono di condur via Euridice, a patto che egli non la guardi prima di essere tornato sulla terra. Secondo loro, infatti, il sacrificio cruento ribadiva la subordinazione della condizione umana a quella divina: sacrificando agli dei, e quindi mangiando la carne dei sacrifici, gli uomini riconoscevano la loro mortalità, mentre agli dei, a cui saliva solo il fumo sacrificale, non mangiavano e quindi erano immortali. In alcuni vasi a figure rosse è ritratto seminudo e sanguinante mentre sta per essere ucciso dalle baccanti. Più precisamente mentre nella religione tradizionale l’uomo non appariva neppure valutabile come realtà, e la sua natura mortale lo distingueva nettamente dagli dei, nell’orfismo l’umanità è portatrice di profondi valori religiosi ed ha una natura indistinguibile da quella divina. A tutto ciò consegue il rovesciamento dei valori tradizionali che per certi aspetti rende l’orfismo molto simile al cristianesimo: la vera vita è la morte, il corpo è la tomba dell’anima. L’orfismo si diffuse ampiamente in Grecia a partire da IV secolo a. La trasmissione orale e scritta dell’Avesta ha subito un forte deterioramento dopo la conquista araba e l’islamizzazione dell’Iran, fino al secolo scorso, quando si è avuto l’intervento dell’erudizione scientifica; essa ha cercato di sanare la corruzione dei testi attraverso un lento e difficile lavoro di recupero filologico. Da terre come la Siria, la Persia, la Palestina e soprattutto l’Egitto si riversò progressivamente nei confini dell’Impero e nella stessa Roma un flusso migratorio e culturale come osserverà nel I secolo Giovenale: «È un pezzo che l’Oronte di Siria è venuto a sfociare nel Tevere, portando con sé lingua, costumi, flautisti e corde oblique, tamburi esotici e ragazze costrette a prostituirsi nel circo» (satira III). Per il cristianesimo l’uomo trova il senso del proprio esistere nel rapporto con Dio.

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